Presentato ieri sera alle 18, ad Albinia, il progetto complessivo di messa in sicurezza idrogeologica del bacino Osa-Albegna. All’incontro con la popolazione e i comitati organizzati dei cittadini, erano presenti il presidente Leonardo Marras, l’assessore regionale Annarita Bramerini e il presidente del Consorzio di bonifica Osa-Albegna, Giuseppe Bozzini.
Aldilà del ripristino e miglioramento delle opere distrutte dall’alluvione, ciò che qualifica l’intervento nel suo complesso è la realizzazione di un “argine remoto”. Ovverosia di una seconda barriera in grado di proteggere il territorio in caso di cedimento della prima arginatura.
«Il lavoro di progettazione svolto dal Consorzio di bonifica Osa Albegna e verificato con Provincia e Genio civile – spiega il presidente Marras, che nell’occasione ha illustrato gl’interventi previsti – dà ampie garanzie che per il futuro nel comprensorio non si verificheranno più fenomeni drammatici come quelli dello scorso novembre. Alla presentazione del progetto ho notato un clima positivo di attenzione. Credo questo dipenda dal fatto che la popolazione ha constatato l’impegno che le Istituzioni locali e la Regione hanno profuso per rimettere quanto prima tutti in condizione di vivere e lavorare in sicurezza. L’area è un cantiere a cielo aperto, e l’ultima opera collaudata è stata la Strada provinciale della Parrina. Per il prossimo autunno contiamo di aver concluso un primo cospicuo nucleo d’interventi».
«È stata – dichiara l’assessore regionale all’ambiente, Annarita Bramerini – un’occasione proficua per illustrare alle comunità locali il quadro complessivo degli interventi per prevenire il rischio idraulico nel comprensorio Osa-Albegna. La Regione ha investito complessivamente 14 milioni di euro, 5 dei quali per risagomare l’argine dell’Albegna e per realizzare il nuovo “argine remoto”, in grado di contenere le esondazioni in caso ceda la prima barriera. Già alcuni interventi sono stati realizzati sul Magione e Patrignone, ma non ci siamo limitati a questo. La Regione ha infatti incaricato l’Università di Firenze di redigere uno studio sul trasporto di materiali lungo i fiumi Osa, Albegna e Ombrone, in modo da poter intervenire in via preventiva per rimuovere la ghiaia nei punti di accumulo più pericolosi, dove s’innalza il letto del fiume con il rischio di favorirne le esondazioni»
«Gli abitanti delle aree alluvionate e i comitati dei cittadini – commenta il presidente del Consorzio Osa-Albegna, Giuseppe Bozzini – hanno apprezzato l’unità d’intenti e la collaborazione stretta fra gli Enti impegnati nella ricostruzione. Insomma il sistema ha funzionato».