Fonte: IL TIRRENO
Rubrica: Economia
La società non ha accettato le proposte del governo né quelle dei sindacati
Il sindaco: «I vertici di Survitec dovrebbero soltanto vergognarsi di questa scelta»
GROSSETO Ieri l’incontro al Mise non ha cambiato le sorti dell’Eurovinil. L'azienda è rimasta ferma sulle proprie posizioni nonostante le proposte avanzate dal Ministero dello sviluppo economico e dai sindacati. È finita con un no all’ipotesi di sei mesi di contratti di solidarietà, la riunione che si è svolta ieri a Roma. Una riunione che sarebbe dovuta servire per retrocedere dai licenziamenti. Un duro colpo per il territorio grossetano e un attacco al lavoro, soprattutto a quello femminile. È un atto grave - dicono Elena Olivi, rsu, Claudio Renzetti, segretario della Cgil e Furio Santini, segretario della Filctem - Un atto grave che deve far riflettere il Governo che dovrà, prima o poi, studiare il modo per rivalersi verso quelle multinazionali che vengono, prendono incentivi, sfruttano territorio e lavoratori poi se ne vanno. In aggiunta, in questo caso, non è dato neanche sapere se si adopera per trovare nuovi acquirenti». Per i lavoratori dell’Eurovinil oggi sarà l’ultimo giorno di lavoro. Le lettere di licenziamento sono già partite. «All’azienda nulla importa dell'aspetto sociale e delle proposte del Governo e dei sindacati - aggiungono - Di più, ha provato anche a spillare qualche altro contributo pubblico. In sede di incontro, infatti, si è detta interessata agli incentivi regionali fermi restando i licenziamenti». Una scelta che non è andata giù nemmeno al sindaco Emilio Bonifazi e all’assessore allo Sviluppo economico del Comune Emanuel Cerciello. «Gli sviluppi della vicenda Eurovinil non sono stati quelli che speravamo. L'azienda ha mostrato un atteggiamento di chiusura protervo e inaccettabile. Una decisione che non ha ragioni di bilancio né di spazi di mercato ma solo di strategie internazionali a scapito dei lavoratori è stata portata avanti senza mai fermarsi - dicono - Oggi è un brutto giorno per Grosseto e per chi crede ancora che quando un'azienda va bene, ha un buon prodotto e può venderlo, deve andare avanti. Per chi crede che l'economia possa e debba muoversi razionalmente. Non per tutti è così, evidentemente. Non lo è certamente per chi si presenta ai tavoli di confronto accompagnato dagli avvocati, non volendo parlare nemmeno con il proprio advisor e nemmeno ascoltando chi ha proposte alternative e magari compratori, anche di fronte alla piena disponibilità del Governo alla definizione di contratti di solidarietà. I vertici Survitec-Eurovinil dovrebbero solo vergognarsi».
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