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Fonte: IL TIRRENO
Rubrica: Economia
GROSSETO Paolo Coli, ex direttore di Ascom Confcommercio, messo alla porta 20 giorni fa e al centro di una querelle con i vertici dell’associazione, rompe il silenzio e racconta la sua versione dei fatti riguardo al suo licenziamento. Coli parla (in precedenza aveva sempre rifiutato interviste e dichiarazioni) «per il rispetto dovuto agli associati insieme ai quali ho avuto il privilegio di lavorare». In causa. «La sede preposta a trattare le questioni, sostanziali e procedurali, sulla vicenda che mi riguarda è senza dubbio quella giudiziaria – attacca Coli – e infatti ho già dato mandato al mio legale di assumere le iniziative del caso, impugnando il licenziamento subito. Tuttavia a seguito dei vari articoli pubblicati sulla stampa locale mi sento anche in dovere di fare alcune precisazioni pubbliche». La famosa notula. Per quanto concerne la notula emessa da Coli ad Ascomservice il 19 dicembre 2014 Coli ritiene che sia posta a fondamento del provvedimento di licenziamento in modo strumentale. «Essa si riferisce a prestazioni professionali svolte su incarico della predetta società il cui svolgimento è ampiamente documentato. Non a caso, tengo a sottolineare, che ad oggi, né da parte della stessa società tramite il presidente del cda, né da parte dei membri del consiglio di amministrazione, né da parte del socio Cat, né dal suo presidente del cda sono state sollevate contestazioni di sorta in merito alla notula. E ci tengo anche a sottolineare che il sottoscritto, per quanto riguarda Ascomservice è sprovvisto sia di potere di firma che di delega ai pagamenti». L’organizzazione. La questione organizzativa e gestionale di Ascom era l’altro punto contestato a Coli in un comunicato stampa di Ascom. «Non è come scrivono. Fino al 3 giugno, giorno del mio allontanamento, non c’è stato nessun rallentamento o mio tentennamento nel proseguire l’opera di riorganizzazione e di sviluppo di vecchi e nuovi progetti. Questo può essere confermato dai soci coinvolti, dai collaboratori e dai dipendenti inseriti nei progetti. E altrettanto fermo sono rimasto nella convinzione, espressa sin dall’epoca del mio insediamento, che l’associazione debba rimanere trasversale, libera di lavorare e lottare su tutti i temi e disponibile a dialogare con tutti nell’unico ed esclusivo interesse degli associati; e non debba quindi in alcun modo divenire strumento per il conseguimento di fini diversi ed estranei rispetto all’oggetto sociale». Risultati e stipendi. «Non spetta a me – prosegue Coli - enunciare i risultati ottenuti negli ultimi due anni perché sono esplicitamente riportati sia nei verbali di giunta, sia nei verbali dei sindaci revisori che nei vari verbali di approvazione dei bilanci. Rammento che quando sono arrivato nel 2013, gli stipendi ai dipendenti non venivano pagati regolarmente e avevamo dei mesi arretrati. Dal settembre 2013 al giugno 2015 abbiamo sempre pagato regolarmente e recuperato il pregresso. L’unico stipendio non pagato è quello del sottoscritto che ammonta a circa 750 euro mensili ed è fermo al novembre 2013». I probiviri. Coli si era infine rivolto ai probiviri dopo aver sollecitato il presidente Carla Palmieri a verificare la legittimità del ruolo di alcuni membri di giunta e del consiglio direttivo di Ascom Confcommercio Grosseto. «I probiviri espressero un parere chiaro ma, ad oggi, mi risulta non sia stato reso pubblico né messo a disposizione degli associati». (g.b.)
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