Fonte: IL TIRRENO
Rubrica: Economia
di Ilaria Bonuccelli Vale più una casa in Versilia che nel centro di Milano. Questo svela la riforma del Catasto. Per Forte dei Marmi, forse, non è neppure una sorpresa. Per Viareggio magari sì. Le percentuali di rivalutazione degli estimi, però, lasciano senza fiato. Sulla spiaggia preferita dai Moratti, dove perfino i Barilla gestiscono uno stabilimento balneare, le abitazioni di “tipo civile” - niente ville di Roma Imperiale, per intenderci - se si trovano in zona centrale, avranno una base imponibile rivalutata dell’873%: un aumento quasi triplo a quello delle case milanesi. A Viareggio, la rivalutazione, sarà “solo” del 489%, in zona centrale. Comunque, sempre più del doppio di quella prevista per le case del centro di Firenze. TERREMOTO TRIBUTARIO Questi rincari che cosa comporteranno? Che le imposte comunali potrebbero lievitare di conseguenza. La riforma del Catasto, all’attenzione del governo, potrebbe provocare un terremoto tributario. La revisione degli estimi e delle rendite, infatti, per la prima volta si calcola sui metri quadri delle abitazioni e non più sui vani. Il principio è stato individuato per avvicinare la rendita catastale al valore di mercato. La rendita catastale è il parametro su cui si calcola anche la base imponibile per i tributi, sia locali che per le imposte nazionali. IMPONIBILE DA 1,4 MILIONI Ora, secondo le proiezioni di Agefis - l’Associazione dei geometri fiscalisti - fra le abitazioni di tipo civile (quelle più comuni) la base imponibile a Forte dei Marmi potrebbe passare da una media di oltre 141mila euro (per una superficie media di 162,5 metri quadri) a 1 milione e 831mila euro. ALLERTA A VIAREGGIO E LUCCA A Viareggio, per le stesse dimensioni, l’imponibile passerebbe dagli stessi 142mila euro scarsi a poco meno di 837mila euro. Assai di più che a Lucca, dove la rivalutazione della base imponibile per una casa oggi accatastata come A2, per quanto più grande di quelle di Forte e Viareggio (183 metri quadri) passerebbe da un imponibile di 130mila euro scarsi a poco più di 247mila euro, in zona centrale: l’aumento, in percentuale, è del 322%. In termini assoluti, però, le case del centro dell’Argentario battono ancora quelle di Lucca. E quelle di Firenze. PROIEZIONI MEDIE Questo, ovviamente secondo le proiezioni di Agefis, l’Associazione dei geometri fiscalisti effettuate con i dati dell’Agenzia delle Entrate e dell’Omi, l’Osservatorio del Mercato immobiliare. Si tratta di dati medi, che non tengono conto di alcune specificità: ad esempio del fatto che negli anni molte unità immobiliari possano essere state frazionate; che ci siano molti mini-appartamenti e che, quindi, la superficie media per unità possa essere inferiore a 100 metri quadri. Nel caso di Forte dei Marmi, ad esempio, ci sono molte unità immobiliari che possono essere accatastate come A7 e A8 (villette e ville). «In linea di massima le categorie più frequenti in Italia sono le abitazioni A2 e A3. Comunque, con la riforma del Catasto, la maggior parte degli immobili residenziali verranno registrati sotto la categoria O1 (abitazioni residenziali in fabbricati familiari o promiscui) e O2 (abitazioni in fabbricati residenziali unifamiliari, plurifamiliari isolati o a schiera). E molte complicazioni saranno risolte». MAXI RINCARI A PISTOIA Non quelle tributarie per i Comuni. Che possono ritoccare i tributi locali sui nuovi valori imponibili (ottenuti moltiplicando le rendite catastali riviste per 5% e poi per il coefficiente 160). A fare le spese di questa rivoluzione non sono solo i residenti nelle città di mare, in Toscana. Basta guardare la situazione degli immobili accatastati come abitazioni di tipo economico (A3). Le località che subiranno i rincari più alti, nei centri storici, sono ancora Forte dei Marmi (quasi + 700%), Viareggio e Lucca. Ma se ci si allontana dal centro, la musica cambia. Nelle zone semi-periferiche, una stangata è dietro l’angolo anche per Pistoia (+ 294%) e Montecatini (+248%). Idem, in periferia. FORTE CORRE AI RIPARI A guidare la classifica, per tutte le categorie, comunque, resta sempre Forte. Un primato che al sindaco Umberto Buratti non piace. Infatti già si è attivato con l’Agenzia del territorio «per rivedere le rendite dei negozi. Non è giusto che quelli nelle zone più lontane dalle aree dello shopping, abbiano una rendita alta come le attività del centro, affittate alle griffe che pagano canoni di locazione altissimi. Lo stesso principio deve valere per gli immobili residenziali: la prima abitazione non vale come una villa a Roma Imperiale». I CORRETTIVI In effetti - ammette Mirco Mion, presidente di Agefis - la legge prevede correttivi automatici «al calcolo delle rendite e della base imponibile. Si tratta di algoritmi che tengono conto delle condizioni di conservazione dell’immobile, del suo prestigio, dei servizi che ha a disposizione (se è vicino a negozi, a mezzi di trasporto, parchi pubblici), se è dotato di ascensore, a quale piano si trova, se ha una vista, un terrazzo e così via». RIVEDERE LE ALIQUOTE Oltre a questi correttivi di legge - aggiunge Buratti - una volta che le rendite saranno ricalcolare «sarà necessario, a mio avviso verificare se ricalcolare anche le aliquote dei tributi. La situazione mi è stata sintetizzata bene da un’anziana, di recente. Mi ha fatto presente che vive della sua pensione e che, pur essendo proprietaria della sua casa, non campa mangiando i mattoni. Né può togliere i mattoni dalla sua casa e portarli al supermercato per fare la spesa. Ha ragione. Non si può continuare a tassare sulla base della proprietà, perché sennò diamo vita, con i tributi locali, a una patrimoniale mascherata. Di cui, oltretutto, gli abitanti di Forte non godono. Il nostro Comune, infatti, allo Stato dà il 38% dell’Imu, oltre a una quota, giusta per il fondo di solidarietà. Ma non possiamo continuare sempre a essere quelli che pagano di più»
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