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Fonte:  CORRIERE DI MAREMMA

21 giugno 2015

Rubrica: Economia


"Al commercio serve il cambio di marcia Grosseto, ora cresci"


Si apre il dibattito sui troppi negozi chiusi nella notte anticrisi Palmieri, Ascom. `Serve più coraggio per mettersi in gioco "

GROSSETO - Musica, suoni e colori. E gente, tanta gente. Eppure il giovedì sera del commercio finora ha funzionato a singhiozzo. La notte di apertura straordinaria delle attività del centro storico, organizzata anche quest'anno dall'Ascom Confcommercio per i mesi di giugno, luglio e agosto a Grosseto, è partita in folle. Una bella sgassata, un bel rombo di motore, ma l'auto non si muove. O quasi. Perché anche giovedì sera molte attività avevano le serrande abbassate, una percentuale notevole se si escludono dal conto i bar e gli esercizi pubblici che ovviamente non potevano mancare all'appuntamento, data anche la riunione di pugilato allestita in piazza del Sale. "Anzi, molti bar hanno scommesso per primi sulla nostra iniziativa pagando complessi per la musica, live e occupandosi dei permessi in maniera autonoma", svela Carla Palmieri, presidente Ascom.

E' da qui che la numero uno dell'associazione vuole ripartire per provare a pensare positivo, ma senza mancare di riservare stoccate e appelli a chi è una parte attiva e preziosa del centro storico del capoluogo: "Fondamentalmente la maggior parte di coloro che non hanno aperto il negozio aspetta l'inizio dei saldi, a luglio, quando parteciperà in modo più attivo ai giovedì sera - dice la Palmieri - Avverto però la difficoltà a operare un cambio di passo, anche a livello mentale. Resto comunque fiduciosa che i commercianti si rendano conto di quanto sia necessario non solo fare uno sforzo in più per la propria attività a livello strettamente commerciale, ma anche poter offrire qualcosa in più alla cittadinanza e ai turisti. Sarebbe interessante ad esempio anche prolungare l'apertura serale di un paio d'ore, chiudendo alle 22: con il caldo la gente la sera esce, passeggia, e un conto è vedere le vetrine del centro illuminate, un altro le serrande abbassate. Capisco che sarebbe un ulteriore sacrificio per chi gestisce un'attività commerciale, ma i vantaggi potrebbero essere reciproci. La gente inizia a rispondere alle serate di apertura, i piccoli concerti live organizzati dai bar sono ulteriore motivo di aggregazione, insomma le potenzialità si intravedono: dispiace solo che tanti commercianti ancora non scommettano veramente su tutto questo".

C'è poi da analizzare la tipologia di negozi che contrassegnano il cuore di Grosseto: da una parte i franchising o le grandi catene, dall'altra i negozi gestiti a livello familiare. "Ormai le attività d'estate aprono quasi tutte alle 1616,30 - comrnenta.la presidente di Ascom - ma ovviamente le grandi catene non aprono dopo cena per il problema dei contratti di lavoro: fanno fatica a trovare personale o addirittura non vogliono investire su questa fascia oraria. Chi non ha queste problematiche invece potrebbe restare aperto anche due ore in più, non credo che sia così difficile, vorrei che si intravedesse la questione anche in ottica sociale, sarebbe un servizio messo a disposizione della cittadinanza, e poi si potrebbero organizzare tante iniziative con e per i clienti per provare a mettersi in gioco in modo diverso: anche ritrovarsi a mangiare la pizza insieme in negozio".

Per il centro storico peraltro gli ultimi sono stati mesi di cambiamento. alcune attività anche decennali hanno chiuso, altre hanno aperto con l'arrivo di nuove grandi catene come H&M. Ma tutto questo quanto può incidere sulle attività familiari? "Dobbiamo prendere atto - analizza la Palmieri - che viviamo nel libero mercato, è impensabile creare un'egemonia commerciale di piccole attività storiche. Quando si lavora bene però alla fine il pane c'è per tutti, l'importante è focalizzare l'attenzione su una propria strategia commerciale e portarla avanti. Un negozio non è giusto per tutti, anzi chi compra nelle grandi catene spesso non è lo stesso che si rifornisce invece nelle piccole attività. Però serve una diversa apertura mentale per rispondere alle esigenze dei tempi, che cambiano di continuo".

C'è poi un altro problema che non va sottovalutato, secondo la presidente Ascom, ed è quello dei fondi: "I prezzi di affitto in centro penalizzano il commercio di vicinato, ormai solo le grandi catene si possono permettere investimenti. Personalmente ritengo incomprensibile come tanti proprietari di fondi preferiscano tenerli sfitti piuttosto che cahnierare i prezzi di affitto, diventa anche una questione di decoro perché tra l'infisso e la serranda si ammassa di tutto nei mesi e quella sporcizia può richiamare i topi". Secondo la Palmieri non sarebbe utopico pensare a un'idea già varata in diverse città, specialmente al Sud: "In tante realtà i negozi sfitti vengono ceduti in comodato gratuito a giovani artisti che possono esporvi le proprie opere. In cambio li imbiancano, puliscono, pagano le spese. E quando il proprietario trova un locatario lo sgomberano in pochi giorni. In questo modo si elimina la possibile incuria, si garantisce vitalità a tutta l'area e si dà anche la possibilità ai giovani artisti o artigiani di mettersi in mostra, senza spese per i proprietari dei fondi. Non mi sembra fantascienza, ma un progetto che sarebbe bello vedere attuato anche a Grosseto. Perché cambiare il modo di mettersi in gioco è un passo fondamentale per il futuro".


 
 

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