Percorso:

Fonte:  LA NAZIONE

03 luglio 2015

Rubrica: Economia


La nostra economia va in pezzi


«SURVITEC ha chiuso le porte a qualsiasi dialogo». Il segretario della Cgil, Claudio Renzetti, traccia un quadro sconfortante del primo giorno, oggi, senza più Eurovinil. Una storia che finisce, per settantotto lavoratori, diventati esuberi in una logica di mercato che va ben oltre il territorio di Grosseto e quell’eccellenza che i prodotti Eurovinil hanno rappresentato. Una decisione, quella presa da una multinazionale, la Survitec, che risponde a criteri diversi, distanti dalle vite di quelle famiglie che da oggi non sono più legate a quell’azienda. «Eravamo a un tavolo in cui avevamo la garanzia di sei mesi di contratti di solidarietà – prosegue Renzetti – una soluzione che per l’azienda sarebbe stata a costo zero. Questo grazie all’impegno che hanno garantito le istituzioni, soprattutto la Regione. Ma l’atteggiamento di Survitec è stato di chiusura totale». L’epilogo si è consumato, quindi. Un finale che, strada facendo, si è fatto sempre più tristemente prevedibile. E che si inserisce in uno scenario critico, in cui tutta l’economia grossetana appare nella sua fragilità, in cui il comparto del quale aziende come Eurovinil e Mabro hanno rappresentato l’ossatura, il manufatturiero, già prima non arrivava al 7 per cento del pil provinciale: meno della metà del dato regionale che si attesta al 15 per cento. Sarà allora il turismo a salvare la Maremma, terra di sole e di mare? Difficile, dal momento che anche questo settore non va oltre il 7 per cento del prodotto interno lordo locale. «Il 40 per cento del pil grossetano – ci spiega Renzetti – era rappresentato dal pubblico impiego. Un settore che negli ultimi anni ha subito profonde riduzioni. In tre anni, per esempio, sono stati trasferiti fuori provincia settecento militari, con le rispettive famiglie. In pratica, per l’indotto si tratta di sette Eurovinil». Il mondo dell’edilizia è crollato sotto il colpi della crisi immobiliare. E i risultati sono evidenti: Grosseto è dieci punti sotto la media regionale per numero di contratti a tempo indeterminato e dieci punti sopra rispetto al lavoro precario. In pratica, abbiamo più disoccupati che occupati: 30mila persone senza occupazione e 27mila che invece lavorano, ma di cui il 19 per cento nell’ultimo anno ha lavorato meno di un mese. Secondo i dati della Caritas 9.500 famiglie si trovano in condizioni di povertà. «In questo momento si sta verificando il peggior combinato possibile di questi fattori – afferma Renzetti – e questo pone la nostra provincia nelle condizioni peggiori di tutta la Toscana, dai redditi più bassi alla precarietà più alta». C’è un solo settore che ha retto, è l’export dell’agroalimentare. «Questa è una partita da giocare – dice il segretario della Cgil – ma è chiaro che servono condizioni adeguate, e le nostre infrastrutture, per esempio, non lo sono. Senza un’adeguata rete viaria rischiamo la desertificazione di aree come l’Amiata dove nessuno investirà mai. Eppure, avremmo risorse energetiche invidiabili, se riuscissimo a sviluppare le rinnovabili. Ma dobbiamo capire che di turismo non si campa e che se le varie attività produttive non stanno in equilibrio tra loro la tenuta sociale di un territorio viene meno».
Riccardo Bruni


 
 

Provincia di Grosseto
Piazza Dante Alighieri, 35 - 58100 Grosseto (GR) - Italy | Telefono (+39) 0564 48 41 11 - Fax (+39) 0564 22 385
Posta elettronica certificata: provincia.grosseto(at)postacert.toscana(punto)it - Sito internet: www.provincia.grosseto.it
Codice fiscale 80000030538