Percorso:

Fonte:  LA REPUBBLICA

01 luglio 2015

Rubrica: Panorama politico


Gira pagina la Cgil di sapore tedesco politica e imprese sono alla finestra


IL SIN DA CATO  IL governatore parla di «nuovo compromesso tra capitale sano e lavoro produttivo» e di «Cgil e enti locali che hanno svolto un ruolo fondamentale». Bene, ora la Cgil Toscana volta pagina. Domani il direttivo vota il nuovo segretario: candidata Dalida Angelini. Alessio Gramolati se ne va per scadenza del mandato: piu’ di otto anni non si puo’. E pur chi ha idee diverse gli riconosce un ruolo di spicco, lui che ha scelto la fedelta’ sindacale agli incarichi politici e ha sempre optato per il confronto piuttosto che lo scontro, guidando una Cgil che ha contribuito a far si’ che, come dice Rossi, «in Toscana la classe operaia si sia fatta classe di governo». Otto anni difficili quelli di Gramolati, diventato segretario nel pieno del boom economico della Toscana nel 2007 e piombato un anno dopo in una crisi che va fiero di avere contrastato con 80 mila accordi, per di più unitari tra le sigle sindacali, ancora prima dell’appello all’unità di Camusso. E inaugurando coraggiosamente la stagione degli accordi governo - istituzioni locali - sindacati che hanno salvato la Lucchini e ora ci provano con la costa, affrontando la divisione che colpisce la nostra regione. Dice Luca Milani, delegato Selex Es (ex Galileo e ex Ote, proprietà Finmeccanica: «Il modello toscano e’ noto per le relazioni industriali che hanno costituito un fattore competitivo sia per le imprese che per il lavoro. La Cgil di Gramolati vi ha dato un grande contributo puntando sempre agli accordi, senza essere arrendevole alle esigenze delle imprese ma riconoscendole e condividendo ogni accordo con i lavoratori in modo che nessuna delle due parti si sentisse mai imbrogliata». Un modello, riconosce Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio e ad dell’omonima azienda, «che non ha niente da invidiare in alcuni casi, come in quello nostro, a quello partecipativo tedesco. La Cgil di Gramolati e’ stata per noi un interlocutore di visione che ci ha permesso di fare entrare nel nostro capitale i lavoratori che hanno avuto un rappresentante in cda». Da Piombino,dove ieri l’impresa algerina Cevital ha firmato il contratto di acquisto della Lucchini, arriva la voce del sindaco Giuliani: «Abbiamo sempre avuto con i sindacati, la Cgil in particolare, uno scambio dialettico molto propositivo che ha permesso un accordo con il governo mai visto prima in Italia. Oltre alla capacita di portare avanti un confronto con l’azienda che ha fatto Piombino compartecipe delle decisioni dei lavoratori e viceversa». Dopodiché c’è ancora molto da fare e le sfide per la prima donna probabile segretaria non sono poche. Simona Iacopetti, delegata Cgil, precaria a Massa: «La Cgil si e’ occupata dei precari. Ma deve ancora farlo in modo piu’ organico. Lo so che è difficile, siamo frammentati, difficili da intercettare, diversi. Ma bisogna farlo: l’economia non cresce se si gioca al ribasso sul lavoro ». Sandra Salvadori,delegata Cgil Unicoop: «Da noi la Cgil ha avuto un grande peso, dall’unico e contratto integrativo concluso in questi anni da una centrale cooperativa fino al collegamento con il territorio. Ma ora deve affrontare l’evoluzione del lavoro da principalmente manifatturiero a sempre più spesso fatto di terziario,turismo e servizi». Ognuno ha qualche attesa dal futuro della Cgil. Rossi, che «la Toscana diventi l’avanguardia di un sindacato riformato secondo il modello di compartecipazione tedesco». Milani, che «adesso si passi a difendere salario e diritti dei lavoratori perché i loro sacrifici non vadano, con la ripresa, solo a vantaggio delle imprese ». Giuliani, che contribuisca con le istituzioni per fare «di Piombino e dunque della Toscana, la prima a accogliere una grande impresa africana, un modello di pace e accoglienza nel Mediterraneo ». Bassilichi, che, «come i sindacati degli imprenditori eviti le diatribe politiche a favore dei problemi concreti ».


 
 

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