CENTOQUARANTASEI lettere stanno partendo in queste ore dalla presidenza della Regione. Una per ogni sindaco che non ha ancora accolto profughi nel suo comune. A firmarle è il governatore Rossi, sempre più contrariato dalla mancata risposta di circa la metà dei sindaci toscani alla sua richiesta di distribuire sul territorio i nuovi arrivi, sempre seguendo la politica dei piccoli insediamenti. «Non credo che esista una vera opposizione da parte di chi non si è attrezzato», dice Rossi. «Capisco che questo sia un grosso problema ma ricordo che lo stiamo gestendo da anni senza che mai siano accaduti fatti sgradevoli. Dobbiamo continuare a coniugare la solidarietà con la capacità degli interventi che deve per forza essere calibrata sulle realtà locali. I numeri dell’ospitalità non possono certo prescindere dalla popolazione di un Comune. I più grandi devono accogliere di più».
Parlando ad un convegno sull’immigrazione organizzato dall’Istituto universitario europeo Rossi torna anche sul tema dello ius soli. «È importante garantire la cittadinanza italiana ai nati da stranieri e il diritto di voto agli immigrati stabilmente residenti in Italia», sostiene. Torna sull’esperienza fatta in Toscana con i rifugiati. «Continueremo a fare la nostra parte ma alle Regioni deve essere riconosciuto un ruolo nella gestione dell’accoglienza dei migranti in una logica di condivisione nazionale del problema. Il modello toscano prevede anche l’impiego dei migranti ospiti in piccole attività pubbliche. È un’accoglienza che sa donare».
Questo fine settimana Rossi andrà in Tunisia e in Algeria dove la Toscana ha in corso progetti di cooperazione e di collaborazione industriale, primo tra tutti quello della Lucchini di Piombino. In Tunisia è impegnata nella regione di Kasserine, con un progetto assieme alla Francia per la ricostruzione di un modello di sanità pubblica, la formazione delle nuove classi dirigenti e il sostegno a progetti di economia locale. Dall’Algeria proviene invece il gruppo Cevital, che ha rilevato le acciaierie di Piombino salvando 2200 posti di lavoro. «In questo modo – dice Rossi – la Toscana sta dando a darà il suo contributo di politica industriale e di politica estera. Invita a considerare i numeri reali dell’emergenza, senza preconcetti. «Nel 2014 ci sono stati nel mondo quasi 20 milioni di rifugiati, più della metà bambini. Numeri paragonabile a quelli della prima metà del 2015. In Europa, a fronte di 500 milioni di abitanti, si tratta di mezzo milione di persone. Il problema può essere affrontato in maniera efficace se l’Unione Europea mostrerà qui la sua capacità di essere davvero unione. Invece, a Ventimiglia con migliaia di profughi sgomberati con la forza, si è avuto un vero “crollo” dell’Europa».
In Toscana tra il 2011 e il 2013 sono stati 1.800 i migranti ospitati. Altri tremila profughi sono arrivati negli ultimi mesi. «Numeri in crescita, ma ancora abbastanza contenuti e sostenibili, che devono essere valutati senza paura e senza allarmismi ».