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Percorso:

Fonte:  LA REPUBBLICA

03 luglio 2015

Rubrica: Panorama politico


Due commissioni per il Forteto Il Pd ha detto di essere favorevole all’insediamento di quella regionale, alla guida proposto Bambagioni mentre lunedì alla Camera sarà votata la mozione della Bergamini per l’istituzione di quella parlamentare


SE qualcuno sperava che sul Forteto calasse il silenzio dovrà rassegnarsi. Lunedì alla Camera dei Deputati si discute la mozione presentata dall’onorevole Deborah Bergamini di Forza Italia, che sollecita fra l’altro il commissariamento della cooperativa. Per preparare la risposta, il Ministero della giustizia ha chiesto alla procura e al tribunale di Firenze una relazione sul processo. Intanto in consiglio regionale il gruppo Pd ha sciolto la riserva: il capogruppo Marras ha annunciato che i consiglieri democratici firmeranno la proposta di istituzione della nuova commissione di inchiesta sul Forteto presentata da Stefano Mugnai di Forza Italia, già presidente della precedente commissione nel corso della quale erano venute alla luce molte vicende di abusi e di sofferenze. Il gruppo Pd in Regione sembra dunque aver superato i dubbi manifestati a Lady Radio dal segretario metropolitano del partito, Fabio Incatasciato, secondo cui la nuova commissione sarebbe inutile. Dichiarazioni sconcertanti, per il capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. E della storia e dei molti nodi irrisolti del Forteto si occupa un libro informatissimo appena pubblicato, “Setta di Stato”, edito da Ab, opera dei giornalisti Francesco Pini e Duccio Tronci.

Dopo aver presentato una proposta di legge per istituire una commissione parlamentare di inchiesta sul Forteto, per capire in particolare che cosa non abbia funzionato nei controlli su quella comunità indicata per decenni come una struttura di eccellenza, l’onorevole Deborah Bergamini ha chiamato in causa il Governo con una mozione che lo impegna su due fronti. In primo luogo la parlamentare azzurra chiede all’esecutivo «di porre in essere ogni opportuna iniziativa di propria competenza volta ad accertare e definire le responsabilità e le manchevolezze politiche e istituzionali che negli anni hanno portato alla prosecuzione degli affidi di minori» nonostante la condanna negli anni Ottanta di due fondatori (Fiesoli e Goffredi) e nonostante la sentenza della Corte europea del 2000. In secondo luogo la onorevole sollecita il Governo «a verificare con urgenza la sussistenza dei presupposti per la nomina di un commissario che gestisca la cooperativa agricola in modo tale da dissociarla completamente dalla precedente gestione e dalla associazione», di cui fanno parte ancora oggi tutti i condannati.

Forse preoccupato di apparire come un protettore del Forteto, il gruppo regionale del Pd ha deciso di aderire alla proposta di una nuova commissione di inchiesta. Tuttavia, contrariamente a una prassi consolidata secondo cui le commissioni di indagine sono guidate da un esponente dell’opposizione, il Pd si candida ad assumerne la presidenza e indica per tale ruolo il consigliere Paolo Bambagioni, che ha già fatto parte della precedente commissione. Per il capogruppo Leonardo Marras, Bambagioni «potrà rappresentare il punto di continuità e di esperienza, doti preziose e, crediamo, riconosciute da tutti». «Nella ricerca della verità vogliamo essere in prima linea», sostiene Marras. Il capogruppo azzurro Mugnai segnala un certo imbarazzo nella decisione del Pd, ma dice: «L’importante è che la storia del Forteto la si racconti fino in fondo e che si dia risposta ai troppi perché irrisolti. Uno per tutti: perché chi aveva responsabilità politiche e istituzionali ha permesso tutto ciò?»


 
 

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