Percorso:

Fonte:  Associazione Nazionale Città del Vino

19 agosto 2013 13:45

Comunicati stampa, Notizie, Agricoltura


Il progetto LIFE BioRUrbLand

In caso di finanziamento partirà a settembre 2014


BioRUrbLand è l’acronimo del Progetto “Aumento della conoscenza riguardo la perdita di biodiversità nei paesaggi storici rurali e urbani della Toscana” presentato nell’ambito del programma LIFE 2013 – lo strumento finanziario di sostegno alla politica ambientale comunitaria creato con lo scopo di cofinanziare interventi di conservazione della natura e in altri settori ambientali – dalle Province di Grosseto e Siena, dall’Associazione Nazionale Città del Vino, da Slow Food e dall’Università degli Studi di Siena.

Il Progetto, attraverso una serie di campagne di sensibilizzazione e di comunicazione rivolte agli operatori del settore agricolo, alle pubbliche amministrazioni, agli studenti, ai cittadini e ai turisti, intende accrescere la conoscenza sul valore e sui benefici derivanti dalla conservazione del paesaggio storico, dal recupero di varietà tradizionali e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale e dal ripristino di habitat naturali.

L’assunto da cui parte BioRUrbLand, infatti, è quello che il tessuto paesistico della Toscana e, in particolare dei territori compresi fra le province di Grosseto e di Siena, ha mantenuto un elevato grado di biodiversità malgrado l’avvento dell’agricoltura meccanizzata che ha comportato la diffusione di agro-ecosistemi altamente produttivi rispetto alle richieste del mercato globale ma fragili dal punto di vista ecologico, ad alto impatto ambientale e con produzioni a scarsa valenza identitaria.

BioRUrbLand si propone di sfruttare le conoscenze acquisite a seguito di un’intensa attività di ricerca avviata nell’ultimo decennio da Università, Associazioni e altri Enti sulla formazione del paesaggio agricolo e sulla biodiversità agraria toscana, con particolare riferimento alle province di Siena e Grosseto, come dimostrano i progetti VINUM, ArcheoVino, Senarum Vinea e Eleiva sulle origini della viticoltura e olivicoltura in stretto rapporto con il riconoscimento degli antichi paesaggi agrari di età etrusca e romana, Pane Bio-Dal grano al pane sulla cerealicoltura da grani antichi, Germoplasma autoctono sulle antiche varietà di fruttiferi a rischio di scomparsa in Toscana. Le indagini condotte in precedenza hanno evidenziato – spiega Andrea Ciacci, Direttore del Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche, Dip.to di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena – come le complesse dinamiche della copertura vegetale nell’Italia centrale rendono il concetto di “naturale” riconducibile di volta in volta alla specifica storia di formazione del paesaggio che ha caratterizzato molti comparti della Toscana e come le aree agricole ad alto valore naturale possano costituire elementi di forte qualificazione ambientale grazie ai caratteri ecologici che conservano. Grazie ad un approccio multidisciplinare, è oggi possibile ricostruire le dinamiche dell’intervento umano sull’ambiente “naturale” e di adattamento alle risorse locali con un elevato dettaglio sulle matrici storiche del paesaggio toscano.

La scelta dell’acronimo BioRUrbLand, che realizza la fusione fra i termini Biodiversità e Paesaggio Rurale e Urbano – aggiunge Paolo Benvenuti, Direttore dell’Associazione Nazionale Città del Vino – intende sottolineare proprio la persistenza della biodiversità nel complesso mosaico paesistico della Toscana, in cui paesaggi monoculturali di recente introduzione si alternano in un continuum spaziale ad aree segnate dalla policoltura agricola tradizionale, ad aree in stato di abbandono e ad habitat naturali.

La dissoluzione del mosaico paesistico incide anche nel rapporto città-campagna: le città stanno perdendo il ruolo di mercati locali e non detengono più il governo delle campagne circostanti. Fenomeni di inurbamento caotico sottraggono suolo alle campagne generando situazioni ibride che di rurale non conservano più niente. La riduzione delle aree a promiscuo con la loro ricchezza biologica, i saperi tradizionali, le architetture colturali, ha determinato una semplificazione della trama paesistica impoverendo il paesaggio, la diversità ecosistemica e la biodiversità.

La Toscana – afferma Anna Maria Betti, Assessore all’agricoltura, alla caccia, alle aree protette e al turismo della Provincia di Siena – è una delle regioni che maggiormente ha conservato la propria identità agricolo-paesaggistica: ancora oggi, nel rapporto tra numero di abitanti e manodopera agricola, il comparto senese e quello grossetano risultano quelli a più alta densità di agricoltori, indice di una persistenza alla vocazione rurale dell’area. La difesa, la promozione e valorizzazione di un territorio, in termini anche di ricaduta economica e di marketing territoriale, passa attraverso la comprensione della complessità delle matrici storiche che hanno prodotto specifiche vocazioni produttive. I luoghi oggetto della ricerca in rapporto con il paesaggio agrario diventano spazi della conoscenza e di coinvolgimento per le comunità, stimolando il recupero di aspetti identitari spesso offuscati dalla globalizzazione e promuovendo forme di valorizzazione, politiche di sviluppo e marketing territoriale non velleitario. Sono questi gli elementi per ripensare anche a una cultura della pianificazione in termini di governo del territorio in cui stabilire relazioni dinamiche tra paesaggio, ambiente e sfruttamento agricolo sia sotto il profilo della salvaguardia dell’ambiente, con riduzione dei costi economici dovuti al suo degrado, sia come produttore di valore culturale e di reddito (produzioni tipiche, turismo ecc.). L’auspicio è che la collaborazione fra i comparti senese e grossetano possa portare ad un incremento della conoscenza del patrimonio agricolo regionale, sia in termini di biodiversità che di recupero di tecniche tradizionali di coltivazione a basso impatto ambientale, con positive ricadute anche per quello che riguarda la sicurezza alimentare, la qualità e la tracciabilità in funzione di produzioni più competitive in un mercato sempre più sensibile e attento anche ai valori storici dei prodotti.

BioRUrbLand, oltre a coinvolgere attivamente Enti culturali e scientifici nazionali e internazionali, Enti locali e governativi, ha tra i suoi interlocutori privilegiati proprio gli operatori del mondo rurale. Le numerose manifestazioni di interesse da parte di aziende agricole e di associazioni di categoria al Progetto dimostrano come il tema della conservazione della biodiversità nelle aree agricole ad alto valore naturale sia fortemente sentito. Senza il coinvolgimento diretto degli agricoltori nella conservazione degli habitat e delle specie della rete ecologica non si può presumere di avere successo. Né si può pensare di promuovere la conservazione di servizi ecosistemici semplicemente facendo appello al senso etico degli operatori rurali – ribadisce Enzo Rossi, Assessore all’agricoltura della Provincia di Grosseto. Occorre pensare al riconoscimento di incentivi economici per quei produttori che decideranno di reintrodurre varietà endemiche a rischio di estinzione e sistemi colturali di matrice storica prediligendo la filiera corta quale modello di distribuzione semplice ed efficace per i prodotti locali.

La conservazione del Paesaggio storico e la “cultura della Biodiversità” sono temi che riguardano trasversalmente l’intera società – aggiunge Massimo Bernacchini di Slow Food Toscana. Nostro compito è quello di rendere fruibile e accessibile a tutti l’informazione connessa al loro valore per incentivare l’assunzione di comportamenti consapevoli, l’acquisizione di una cultura della “Biodiversità” e lo scambio di buone pratiche. E proprio al fine di favorire l’incremento della conoscenza ad un’utenza sempre più ampia sono stati pensati una serie di percorsi tematici denominati “Trame della Biodiversità”, all’interno di quattro ecosistemi individuati (viticolo, olivicolo, cerealicolo, fruttifero). Le Trame avranno lo scopo di unire le evidenze paesaggistiche in più percorsi che rendano l’idea della ricostruzione della trama del paesaggio a matrice storica coniugandola con il valore della biodiversità di flora e fauna esistente attraverso la tecnologia della realtà aumentata.

La realizzazione di un’applicazione multipiattaforma di supporto alla visita delle “Trame della Biodiversità”, basata sul paradigma della realtà aumentata – specifica Giuliano Benelli, Professore ordinario Telecomunicazioni, Dip.to di Ingegneria dell’Informazione e Scienze matematiche dell’Università di Siena – va proprio in questa direzione dal momento che permetterà di fornire le informazioni riguardanti la problematica ambientale affrontata e di guidare il visitatore alla scoperta del territorio indagato dal Progetto. L’applicazione – prosegue Benelli – consentendo di navigare all’interno dei “Percorsi Virtuali della Biodiversità”, fornirà una modalità innovativa di visita. Grazie a un sistema che integrerà geo-localizzazione e user-profiling, l’applicazione fornirà al visitatore un itinerario dinamico di visita basato sugli interessi dello specifico utente e sulla sua posizione all’interno dell’area del progetto. I percorsi proposti, quindi, non saranno mai gli stessi, ma varieranno per ogni singolo utente, anche a diversi istanti temporali. BioRUrbLand è promosso dalla Provincia di Grosseto, in qualità di capofila, e in partnership con la Provincia di Siena, l’Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food e l’Università degli Studi di Siena. Il costo complessivo della proposta progettuale è di 2.058.135 euro. La durata è di 4 anni e l’inizio, in caso di finanziamento, è previsto nel settembre 2014.


 
 

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