Fonte: LIFE+ MEDWOLF -ufficiostampa
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Il Progetto Life+ Medwolf, finanziato dalla Commissione Europea, si svolge in Italia, nel territorio della provincia di Grosseto, e in Portogallo, nei distretti del Guarda e di Castelo Branco. L'obiettivo è quello di ridurre il conflitto tra la presenza del lupo e le attività dell’uomo nelle aree rurali delle due aree di studio dove non è presente la tradizione culturale alla coesistenza con il predatore.
Medwolf vede infatti per la prima volta la collaborazione tra associazioni di categoria del mondo agricolo, associazioni ambientaliste, istituzioni e centri di ricerca italiani e portoghesi.
Le azioni più consistenti del progetto prevedono una serie di incontri con gli allevatori locali, per informarli sulla possibilità di installare sistemi di prevenzione e valutare insieme a loro la possibilità della cessione in comodato d'uso di circa 130 strutture atte alla prevenzione del danno e 20 cani da guardianìa, oltre all'assistenza per migliorare la gestione dei cani padronali che spesso provocano danni.
“Medwolf - commenta Enzo Rossi, assessore all'Agricoltura della Provincia di Grosseto - è la naturale prosecuzione dell’altro progetto che abbiamo messo in piedi: Ibriwolf, per l’individuazione e la cattura degli ibridi. Con Medwolf contiamo di migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori cercando di attenuare, per quanto possibile, i danni agli allevamenti”.
“L'obiettivo del progetto Life+ Medwolf è di tutelare e preservare il lupo e cercare di ridurre gli attacchi e i possibili danni agli allevamenti. Dobbiamo però sempre tenere a mente – spiega Luigi Boitani, Presidente dell’Istituto di Ecologia Applicata – che nelle aree in cui si registra la presenza del lupo il rischio di predazione del bestiame non può mai essere considerato nullo”.
Nella Provincia di Grosseto il percorso previsto si articolerà tramite incontri regolari con le parti interessate, raccolta di informazioni sulle modalità di gestione del bestiame domestico per elaborare possibili soluzioni da sperimentare in diverse aziende del territorio. È importante sottolineare la natura sperimentale e partecipativa del progetto, che non offre soluzioni definitive, che tra l'altro non esistono, ma vuole sviluppare una partnership tra le parti. Per ridurre gli attacchi alle greggi da parte di predatori, sarà preso in considerazione l’utilizzo, anche combinato, dei diversi tipi di dissuasori attualmente disponibili come le recinzioni elettrificate, che emettono un impulso elettrico quando l'animale tocca la rete, scoraggiandolo ad avvicinarsi e che in pratica funge da barriera psicologica, oppure il dissuasore acustico “Daf”, che emette suoni e registrazioni grazie a un timer personalizzabile che scoraggia i predatori, oppure ancora i cani da guardianìa, che sono cani da difesa e non da conduzione, e che stanno sempre con il bestiame domestico, sia durante i quotidiani spostamenti verso le zone di pascolo, sia quando gli animali si trovano nelle zone di ricovero notturno. Entro luglio 2013 si concluderà la raccolta d'informazioni preliminari, per poter finalmente dare avvio all'installazione delle strutture per la prevenzione dei danni già dall'autunno prossimo, e per i prossimi tre anni. In seguito è prevista una fase di valutazione dell'efficacia delle misure implementate.
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